Fondamenta allargate
Ciao sono Matteo e benvenuti in una nuova uscita di Digital Scenario.
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Oggi parliamo di cultura e antropologia (o almeno ci proviamo).
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Costruire su basi allargate (e condivise)
Comune. Una parola che nella sua semplicità nasconde un portato di grande peso, soprattutto se riferito alla comunicazione e all’evoluzione che stanno avendo digital e social. La condivisione di tratti, elementi, caratteristiche, passioni, è alla base del concetto di società e, più in piccolo, di community, uno dei temi caldi del prossimo futuro. Sono spesso questi tratti comuni appunto, condivisi, ad essere pilastro portante di una strategia ed elemento di successo di un contenuto.
Qualcosa spesso di molto profondo e condiviso al di là dell’ovvio.
Ascoltavo in queste settimane un podcast, L’Invasione, che, tra l’altro vi consiglio. Non voglio rubare il lavoro ad accorciabro, ma il podcast parla del popolo da cui deriva la lingua che ha fatto nascere il ceppo Indoeuropeo. Forse vi stupirà ma l’italiano, il celtico, il portoghese e persino il sanscrito derivano da un antenato comune, antenato che oltre la base linguistica ha portato altri elementi che sono diventati core di sviluppo delle diverse culture e che, con sfumature, ritroviamo infatti in popoli diversi. Miti, strutture sociali, credenze solo per citarne alcune.
Shared patterns che, se individuati, possono essere funzionali nella progettazione di una strategia o, ancora meglio, di un contenuto, facendone leve capaci di valorizzarlo e, soprattutto, renderlo capace di parlare a pubblici differenti. Il pattern diventa così non solo un collante, ma un elemento riconoscibile da tutti, facilitandone comprensione, approvazione, impatto.
Valori come l'amore per la famiglia, il bisogno di appartenenza, la ricerca di sicurezza e la voglia di realizzazione personale sono presenti in quasi tutte le culture del mondo. Elementi comuni rappresentano una sorta di "linguaggio universale" che va oltre le differenze superficiali e tocca la nostra umanità condivisa.
Il vero problema è accorgersene, avere la forza/capacità di farli emergere e renderli utilizzabili. Una cosa affatto semplice in un mondo in cui ormai abbiamo l’abitudine a clusterizzare tutto e tutti. L’orientamento è sempre più nell’evidenziare le differenze, nel segnare i tratti distintivi e innalzarli al solo, vero, unico valore differenziale. Verosimile, in parte, ma è solo quella la via? Il 10% che ci distingue ha più ragione del 30% comune?
Comprendere i comportamenti ed il momento sociale conta, non lo nego, ma non deve per forza tradursi in una customizzazione totale, con il rischio di una frammentazione eccessiva e, talvolta, poco comprensibile e gestibile. Ci sono momenti, obiettivi e progetti che necessitano di una declinazione locale, altri, invece, che forse meritano una narrazione maggiormente “fluida”, allargata, condivisa.
Le cattedrali di cui parla Giorgio Soffiato, necessitano spesso di fondamenta larghe e solo elementi così comuni e condivisi hanno il portato per farlo.
Sistemi di significato, simboli e pratiche comunicative che vanno per questo considerate e, quindi, identificate così da poterne valutare in modo concreto funzionalità, ricadute, impatto. Un approccio che per essere messo a sistema necessita di una forte componente di ricerca, integrando anche professionalità e metodologie differenti che vanno, spesso, oltre la comunicazione.
D’altronde anche TikTok parlando di trend accenna al concetto di forces, cambiamenti culturali duraturi che portano trasformazioni evidenti nei valori, nelle necessità e negli interessi delle persone. Queste forces sono spesso terreno comune d’azione, spazio condiviso tra comunità diverse, collanti virali sia per performance che diffusione.
Ciò che è sedimentato resta e nella maggior parte dei casi contamina, lentamente, ma in modo inesorabile, senza neanche che ci se ne possa rendere conto. E sono funzionali proprio per questa azione sottotraccia, spontanea, naturale nel senso più vero della parola.
Ma quali sono i vantaggi di questo approccio?
Creazione di Connessioni Autentiche: lavorare su questi elementi comuni permette di stabilire connessioni più profonde e autentiche perché connessi a elementi intrinseci. Non solo. Quando le persone percepiscono che comprendiamo e rispettiamo i loro valori e le loro aspirazioni, sono più inclini ad ascoltarci e ad interagire con noi.
Ampliare il pubblico: arrivare ad un pubblico più ampio è spesso un vantaggio, ma non sempre facile date le diverse caratteristiche dei diversi utenti. Lavorare su pattern culturali comuni può fare la differenza in tal senso. In un mondo in cui la diversità è sempre più apprezzata, la capacità di comunicare efficacemente con persone provenienti da background diversi può rappresentare un asset fondamentale per qualsiasi marca o organizzazione.
Costruire relazioni a lungo termine: Una comunicazione basata su elementi comuni contribuisce a costruire relazioni più strette e durature perché capaci di avere un maggiore trust grazie all’affinità che emerge da elementi condivisi.
Dare vita a contenuti “universali”: Sviluppare contenuti basati su basi culturali e antropologiche condivise permette di parlare in modo efficace su pubblici e cluster spesso differenti. Questo perché fondati su temi e valori ampiamente diffusi, compresi, accettati.
Campagne da urlo
Highlight Your Balls - Testicular Cancer Society
My 2 Cents
Se non iniziate a contestualizzare i dati/insight che proponete mo ve li buco!
Ieri ho visto un’analisi di un’audience online basata, come succede spesso per comodità delle API, su Twitter. Dati reali, sia chiaro, ma pericolosi…. mi spiego, oggi Twitter in Italia per molte ragioni è un panel non sempre rappresentativo, con tendenze e interessi “particolari”.
Dati che quindi vanno ponderati e usati con cautela per non rischiare di fare considerazioni sbagliate. Ad esempio i principali influencer sono sempre legati a tecnologia, informazione o politica. Un elemento che resta quasi invariato anche cambiando topic dell’analisi… perché la base è sostanzialmente quella.
I dati sono belli ecco, ma pericolosi allo stesso tempo.
Se non ci conosciamo, io sono Matteo Pogliani, sono un esperto di comunicazione e new media, autore, keynote speaker e docente in realtà come NABA e 24 Ore Business School.
Sono Partner e Head of Digital di Openbox, CEO di 40Degrees e uno dei più noti esperti nazionali nell’ambito dell’influencer marketing.
Ho scritto i primi volumi italiani sul tema: “Influencer marketing: valorizza le relazioni e dai voce al tuo brand” e “Professione Influencer” editi da Dario Flaccovio Editore.
Sono inoltre founder dell’ONIM, l’Osservatorio Nazionale Influencer Marketing e dal 2021 nel board dell’academy di OBE, l’Osservatorio sul Branded Entertainment e tra i responsabili dell’Influencer Marketing Committee.
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