Generazionale, ma non cringe
Ciao sono Matteo, se leggi questa newsletter credo proprio tu mi conosca. se così non fosse qui trovi qualche info su di me.
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Baby boomer & creator: una relazione in divenire
Nell’ultimo anno abbiamo assistito ad un focus sempre più netto sulla GenZ, con report, White paper, talk che cercano di porre attenzione sugli utenti che fanno parte di questo particolare cluster.
Un’attenzione necessaria alla luce della crescente importanza per i brand di questo pubblico giovane, ma non più giovanissimo.
Non inizia e finisce tutto sulla GenZ però. La vicinanza crescente delle altre Gen al digitale, social in particolare, pone delle doverose riflessioni per marketer e brand. Un concetto ancora più cardine se valutato nell’ottica di cluster sempre più trasversali per età, accomunati più da behaviour, interessi, azioni che non tanto dalla sola età.
Porre il focus su altre gen quindi, comprendendone le caratteristiche diventa quasi un obbligo, permettendoci avere a disposizione insight utili a livello strategico e progettuale.
Con ONIM, l’Osservatorio Nazionale Influencer Marketing, abbiamo per questo voluto porre attenzione su una gen poco considerata, ma ancora rilevante, i baby boomers. In particolare abbiamo approfondito alcune loro abitudini digitali e, soprattutto, il loro rapporto con creator e influencer. Per la serie c’è un rapporto? Se sì, di che tipo?
In attesa del report completo, ecco alcune riflessioni emerse:
Un rapporto ancora limitato: Il rapporto tra boomers e creator/influencer in Italia si dimostra ancora limitato rispetto ai mercati anglosassoni, seppur alcuni elementi raccontino di una crescita in tal senso. Un rapporto che quindi va attenzionato nei prossimi mesi.
Creator? Meglio il word of mouth: I creator/influencer non hanno grande peso a livello di awareness e discovery dei brand. Restano ancora favoriti in tal senso mezzi sì digitali, ma più consolidati (motori di ricerca, siti di retailer, siti di comparazione). È comunque rilevante il passaparola e, quindi, pareri e feedback di altri consumatori.
Creator e influencer utili a livello informativo (senza eccessi): La situazione migliora per quanto riguarda la ricerca di informazioni riguardo brand e/o prodotti. In questo caso i boomers cercano autorevolezza ed è per questo che i contenuti di specialisti di settori risultano rilevanti.
La notorietà, extra social, conta (tanto): Che il rapporto influencer/creator & boomer non sia ancora maturo lo dimostra la tipologia di account seguiti sui social. Creator e influencer raccolgono un riscontro molto ridotto. La preferenza è ancora per figure più “note” come musicisti, attori sportivi. Fanno eccezione chef e personalità connesse al mondo food.
La tv è un must: corollario al punto precedente. Il media televisivo, nella scelta dei profili da seguire e con cui interagire, si dimostra ancora di valore per i boomer. Una questione di riconoscibilità certo, ma anche, in parte, di fiducia acquisita (e spendibile).
Crescente attenzione per il contenuto: L’attenzione verso specialisti ed esperti viene confermata e spiegata quando guardiamo alle motivazioni che spingono i boomer ad utilizzare i social. Se infatti, da un lato, la motivazione di seguire Celeb & Influencer è limitatissima, è altrettanto vero che emerge un forte interesse per i contenuti (nuove storie, ispirazione, contenuti).
Questa vicinanza al contenuto può essere, in un futuro prossimo, un driver per una crescita dell'attenzione dei boomer verso il mondo dei creator fortemente contenuto centrico che sta emergendo e, in particolare, per canali che favoriscono tutto questo (TikTok).
Tra informazione e intrattenimento: analizzando le figure social più seguite emerge un doppio interesse da parte dei boomer: da un lato l’informazione (es. Porro, Morelli, Scanzi), dall’altro l’intrattenimento e, in parte, la volontà di seguire figure celebri, ma con cui c’è una relazione emotiva (es. Carolyn Smith, Antonella Clerici, Romina Power).
Campagne e progetti da urlo
The Woolmark Company - Wear wool not fossil fuel
Storytel - 2022 sounds like 1984
My 2 Cents
Credo che la diversificazione sia sempre una buona cosa. Integrare alla comunicazione di prodotto eventi, sponsorship, contenuti valoriali, in un’ottica che acquisisce sempre più senso (profondo). Occasioni dettate anche dalla volontà di essere più interessanti, ingaggianti in ciò che si pubblica, idonei a quello che funziona per utenti e, soprattutto, canali.
Ci sono un’infinità di ottimi case a riguardo.
Detto questo però, come in tutte le cose credo non ci si debba far prendere la mano. Non tanto perché sia un’integralista del prodotto, anzi, ma in particolare perché non dobbiamo mai dimenticarci degli utenti e del perché ci seguono sui social o guardano i nostri contenuti. Che piaccia o no la maggioranza lo fa perché sa cosa vendiamo e vuole informazioni e contenuti su quello. Se seguo Apple benissimo i (bellissimi tra l’altro) spot, am l’interesse è anche (e soprattutto) per i prodotti. Se cerco Alfa Romeo su Instagram vorrò vedere “rombare” la nuova Tonale… e così via.
Poco romantico? Forse, ma realista. Non siamo tutti Redbull che ha impostato, dall’inizio una via e che, per questo, ha “preparato” in modo diverso i propri utenti/follower.
L’insight della settimana
Le figure seguite in Italia sui social dai baby boomer - Elaborazione ONIM su dati Globalwebindex
Kudos
Il romanzo visuale di Luca Lanza realizzato con Midjourney - @friday84_concept
Se non ci conosciamo, io sono Matteo Pogliani, sono un esperto di comunicazione e new media, autore, keynote speaker e docente in realtà come NABA e 24 Ore Business School.
Sono Partner e Head of Digital di Openbox e uno dei più noti esperti nazionali nell’ambito dell’influencer marketing.
Ho scritto i primi volumi italiani sul tema: “Influencer marketing: valorizza le relazioni e dai voce al tuo brand” e “Professione Influencer” editi da Dario Flaccovio Editore.
Sono inoltre founder dell’ONIM, l’Osservatorio Nazionale Influencer Marketing, con la mission di fare cultura e dare insight concreti sull’influencer marketing nel mercato italiano.
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