La santificazione "social" di Cristiano Ronaldo
Come i contenuti generati da utenti e fan creano e plasmano il mito
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Oggi vi parlo di San Valentino, ma soprattutto della santificazione “social” di Cristiano Ronaldo.
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Come i social hanno beatificato Cristiano Ronaldo
Avere dei figli, se si fa il mio lavoro, in molti casi è una risorsa unica. Certo, il tempo per le proprie cose diminuisce, ma ci sono casi in cui, invece, si estende, di molto, la possibilità di incappare in cose particolari o di avere un punto di vista privilegiato sui fenomeni culturale dei più giovani, social compresi.
Bene. Mia figlia di 10 anni e mio figlio di 6 non sono consumatori, con limiti e tentativi di gestione di YouTube, grazie soprattutto alle potenzialità delle connected tv. Vista l’eta non sono ancora, così amanti dello sport. Figuriamoci del calcio.
Capita che quindi, spesso, io sia con loro mentre guardano video YT alla tv e, conseguentemente, non sempre con un livello di attenzione adeguato, mi arrivano visioni e input da ciò che guardano. Per lo più short, per lo più consigliati dall’algoritmo. Una modalità di consumo molto molto attuale quindi.
Tra meme, challenge (poche), serie tv e gaming appare, con discreta rilevanza, il calcio. Ma un calcio “diverso”, fatto di video che poco parlano di squadre, risultati, dello sport in sé, ma che sono quasi totalmente orientati ai protagonisti di questo mondo, ai calciatori più noti e celebri. Video che, infatti, hanno poco appeal per chi, come me, è realmente interessato al calcio.
Questi contenuti, fortemente fans oriented, tanto da poter essere quasi definiti come FGC (fandom generated content), parlano dei calciatori più in voga, per lo più con connotazioni che del campo vedono molto poco. Non è un caso che, proprio per questo, entrino nel “gioco” anche calciatori di ere passate, da Zidane a Ronaldo “il Fenomeno” come lo chiama il mio Tommaso e gli utenti social per differenziarlo dall’altro Ronaldo.
Curiosità, vita privata, storie su questi ragazzi, spesso con connotazioni che però, ecco il punto rilevante, vanno al di là del merito/talento sportivo, spesso addirittura della realtà stessa. Una deformazione trasversale che innalza le persone non solo ad un livello percettivo, valoriale diverso, ma in molti casi li porta a “giocare” su campi differenti.
L’esempio più fulgido in tal senso è quello di Cristiano Ronaldo. Basta un giro su TikTok o YouTube per trovare non tanto video di Cristiano, quanto contenuti che parlano di lui in modo quasi assoluto. Una santificazione in multi-lingua che impressiona per volumi e portata.
Si passa da Cristiano che fa beneficienza a qualche fan con una storia simil C’è Posta per te, a video che spiegano (andando oltre il talento) aneddoti su come “ce l’ha fatta”, sino a video in cui spiega valori e morale sui temi più vari.
Panegirici che vedono, molto spesso, protagonista la sua compagna Giorgina Rodriguez o suo figlio Cristiano Junior. La cosa affascinante è che, per osmosi, questa beatificazione anticipata lentamente sta toccando anche loro.
Tutto questo accomunato da una totale mancanza di reale, di fact checking, tanto che Cristiano sembra diventato uno stereotipo su cui plasmare storie, anche inventate. Una narrazione che mostra, in modo chiaro, la potenza degli archetipi, ma, ancor prima, delle fandom.
Ma quali sono le motivazioni che hanno spinto tutto questo? proviamo ad individuarne qualcuna:
Relazioni parasociali: gli utenti, quando diventano fan, tendono a sviluppare legami unidirezionali con le celebrità, percependo un senso di intimità e familiarità. Queste relazioni offrono conforto emotivo e un senso di compagnia, soprattutto in momenti di solitudine o isolamento. Ad esempio, un utente potrebbe sentirsi profondamente connesso a un attore o musicista, seguendo assiduamente la sua carriera e le sue attività sui social media, pur senza un'interazione reciproca. “Far vivere” a Ronaldo momenti molto “umani” tende a enfatizzare questa vicinanza.
Idealizzazione e proiezione: Le celebrità fungono da schermi su cui i fan proiettano le proprie aspirazioni e desideri. Vengono viste come incarnazioni di successo, bellezza o ribellione, permettendo agli utenti di identificarsi con qualità che desiderano possedere o ammirano. Una spinta all’idealizzazione che, nel caso di Ronaldo, va addirittura oltre il calcio.
Evasione dalla realtà: Seguire le vite delle celebrità offre una via di fuga dalla routine quotidiana. Immergersi nelle storie e nelle esperienze degli idoli permette ai fan di distaccarsi temporaneamente dalle proprie preoccupazioni e sfide personali. Gli ampi spaccati di questi tipi di video su Ronaldo “allargano” le opportunità di evasione.
Costruzione dell'identità e appartenenza: L'ammirazione per una celebrità può aiutare gli utenti a definire la propria identità e a sentirsi parte di una comunità più ampia. Condividere l'entusiasmo per un idolo con altri fan crea un senso di appartenenza e connessione sociale. Ancor di più se l’ammirazione non deriva solo dal talento della celebrità, ma anche dal suo lato umano e valoriale.
Influenza dei media e dell'industria culturale: I media e l'industria dell'intrattenimento promuovono attivamente l'immagine delle celebrità, alimentando il fenomeno del "divismo". Questa esposizione costante contribuisce a creare un'aura quasi mitica attorno agli idoli, incoraggiando i fan a venerarli e a produrre contenuti che ne esaltano le qualità, aumentando l’awareness, ma soprattutto offendo al talent un posizionamento migliore e a più ampio spettro.
In ultimo, ma non meno importante, le dinamiche emotive del fan lo spingono alla ricerca ossessiva del confronto con il suo idolo, un approccio quasi morboso da sfamare giornalmente e che trova in questi contenuti, seppur discutibili (ma nion certo per lui), appagamento.
Resta una sola domanda: quanto c’è di guidato in tutto questo? Difficile rispondere. Certo è che questo esempio dimostra la rilevanza delle fandom e di come, la relazione e l’ammirazione, se guidate, possano essere driver potenzialmente esplosivi.
Campagne e progetti da urlo
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Insight del Mese
San Valentino e altre ricorrenze rappresentano momenti strategici per il marketing, in quanto offrono opportunità uniche per connettersi con il pubblico, aumentare le vendite e rafforzare la brand awareness. Ma partiamo da qualche insight utile.
Volume delle vendite
Le vendite globali per San Valentino superano i 20 miliardi di dollari ogni anno, con un focus su fiori, cioccolatini, gioielli e cene romantiche.
Cresce sempre di più però anche l'acquisto di regali non romantici (per amici, familiari o colleghi), ampliando il target di consumatori e, quindi, le opportunità per brand di settori diversi.
Settori chiave
Retail: Gioielleria, moda, cosmetica, e-commerce.
Food & Beverage: Prenotazioni di cene e vendita di dolci personalizzati.
Viaggi e ospitalità: Weekend romantici e esperienze personalizzate.
Digital & Experience: Gift card digitali, corsi online, o esperienze come concerti e spa.
Dati demografici
Millennial e Gen Z tendono a investire di più su esperienze rispetto ai beni materiali.
La spesa media per persona è intorno ai €175, non male, vero?
Su questi Insight, in 40Degrees, abbiamo realizzato 3 idee di format. Se sei cuorso scrivi a info@40degrees.it
Se non ci conosciamo, io sono Matteo Pogliani, sono un esperto di comunicazione e new media, autore, keynote speaker e docente in realtà come NABA e 24 Ore Business School.
Sono Partner e Head of Digital di Openbox, CEO di 40Degrees e uno dei più noti esperti nazionali nell’ambito dell’influencer marketing.
Ho scritto i primi volumi italiani sul tema: “Influencer marketing: valorizza le relazioni e dai voce al tuo brand” e “Professione Influencer” editi da Dario Flaccovio Editore.
Sono inoltre founder dell’ONIM, l’Osservatorio Nazionale Influencer Marketing e dal 2021 nel board dell’academy di OBE, l’Osservatorio sul Branded Entertainment e tra i responsabili dell’Influencer Marketing Committee.
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